lunedì 7 dicembre 2009

Il panettone è meneghino

Anche il leader leghista milanese Salvini è scatenato contro il cardinale di Milano Tettamanzi, in nome della sacra tradizione italiana. Per ravvederlo vuole incontrare l'arcivescovo e consegnarli, così ha detto testualmente, "un panettone padano". E no, caro il mio leghista: il panettone è il tradizionale dolce milanese. Dicesi anche meneghino. Mentre il pandoro è veronese e così via. E' vero che esistono anche varianti di altre regioni, come il Piemonte. E anche produzioni diffuse all'estero. Ma la tradizione va rispettata. E questa è milanese-lombarda. Ma tu che ne sai di Milano?

Castelli d'ignoranza (in senso latino)

Il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, è "un clericale di sinistra" e un "relativista". Parola del leghista Castelli. Il simpatico politico è ingegnere ed è stato ministro della Giustizia. Però ha poca dimistichezza con l'italiano. Soprattutto quando affronta temi leggermente complessi sembra non sapere cosa dice. Forse è anche per questo che di risultati, da ministro, ne ha avuti pochi. Altrimenti il povero Alfano non dovrebbe affannarsi così tanto. E poi un seguace dei riti celtici, anche matrimoniali, cosa può insegnare a un cardinale su temi come l'ortodossia e la pastorale? Cosa ne sa? Ma mi faccia il piacere.

giovedì 15 ottobre 2009

Pd: partito radicale o popolare?

Dopo il voto in Parlamento sul provvedimento detto "contro l'omofobia" e l'affondamento della proposta avanzata dai democratici, nel Pd è iniziato una sorta di linciaggio mediatico-politico dell'onorevole Binetti. La Binetti è rea di avere votato contro la norma e, quindi, il suo partito, in coerenza alle sue convinzioni di cattolica. C'è persino chi ne pretende l'espulsione del Pd, che dovrebbe diventare a "pensiero unico".

Qualche nota in merito

1) Se la Binetti non condivide i valori di fondo del Pd e deve essere espulsa o punita, vuol dire che non possono votare Pd almeno la gran parte dei cattolici che non sono di centrodestra ma sono ugualmente cattolici. Cercherà il Pd di farsi votare da Capezzone e Taradash? Oltre che dal professor Veronesi, campione della sanità privata lombarda, buon amico della famiglia Ligresti?

2) I valori di fondo di un partito popolare di centrosinistra (o sinistra) dovrebbero essere valori legati alla tradizione popolare del nostro paese, solidaristica e con una radicata storia cattolica, non a valori radicali-borghesi. Non è un caso che la lista Marino abbia vinto nelle sezioni del centro di Milano, zona notoriamente popolare e operaia. Mentre il Pd continua a perdere voti nelle zone dove una volta era forte il Pci.

3) La Binetti comunque vale 1 voto. Il Pd ha sbagliato clamorosamente la tattica parlamentare ed è stupido cercare di sviare l'attenzione attaccando la Binetti (lo stile è berlusconiano). La stessa on. Anna Paola Concia, sostenitrice del provedimento, era furibonda con il partito, ancor prima che con la Binetti. E' la dirigenza del partito che ha sbagliato e non vuole assumersi le responsabilità.

4) A proposito di voti: sarebbe bene ricominciare a contare le schede sul serio. Il Pd dovrebbe battersi per il ritorno delle preferenze. Così potremmo vedere quanto pesa, nello stesso collegio lombardo, una Binetti, un Grillini e un Veronesi. E nel centrodestra un Formigoni, un Romani e Podestà.

4) Forse sarebbe il caso di tornare a fare politica per il bene comune e non per le lobby, di qualsiasi genere. C'è chi le leggi le fa ad personam e chi ad lobby, ma non va bene nemmeno nel secondo caso. Non si tratta di fare leggine e leggette, nello specifico, ma di fare funzionare i tribunali, rendere certa l'applicazione delle pene, studiare forme alternative ma serie per scontarle e renderle educative. Ormai siamo nel Paese delle grida e ciò aiuta solo i ricchi. E' una questione di giustizia ma anche di volontà di essere vera forza di governo, per tutto il Paese. Occorre lo sguardo largo. Altrimenti picchiare un gay sarebbe più grave che picchiare un disabile e aggredire un israeliano più grave che aggredire un palestinese. In ogni caso poi il delinquente, nei fatti, se la caverebbe con poco.

5) Intanto in Lombardia farebbe piacere vedere un'opposizione. Seria, però e capace di uno sguardo dall'alto. Al momento manca. Così come manca un candidato autorevole alla Regione, visto che tra una primaria e l'altra ancora nessuno ci ha pensato.

lunedì 12 ottobre 2009

Farina e l'immunità parlamentare

Bocciato il lodo Alfano ecco il piano B: torna a grande richiesta l'immunità parlamentare. Dispiace che a presentare la proposta di ritorno al passato sia Renato Farina. Uno la cui faccia è legata a un movimento cristiano serio, ricco di gente che ogni giorno si spende per i più deboli in modo coerente alla propria fede. Invece in questo caso ci si spende in difesa di una casta dove pregiudicati e indagati abbondano come in nessun altro Paese del mondo democratico occidentale. In più, come noto, Farina in passato ha lavorato per i servizi segreti (piuttosto deviati a quanto sembra) passando informazioni che un giornalista non dovrebbe passare e scrivendo cose (su veline arrivate dai servizi) su Prodi rivelatesi poi false, senza chiedere mai scusa (insieme a Feltri). Inoltre continua a lavorare con Feltri, che come dimostra il caso di Avvenire sembra, almeno di fatto, lavorare per i massoni e Berlusconi contro la Chiesa. Talvolta bisognerebbe imparare a stare in silenzio per un po'.

giovedì 8 ottobre 2009

Quelli belli e quelli alti

A "Porta a porta" il premier Berlusconi fulmina la Bindi: "Lei è più bella che intelligente". Però c'è anche chi è più alto che intelligente.

martedì 29 settembre 2009

La sinistra bene di Milano sceglie Marino

In Lombardia, mentre Formigoni già prepara la campagna elettorale per le regionali di marzo, il Pd continua a pensare alle primarie per la segreteria nazionale. Settimane di battaglie e fatiche tutte interne al partito. Intanto in questa regione l'opposizione (sulle cose concrete) sparisce. Dell'antico Pci, partito popolare, non è rimasto nulla in questa sinistra. Tant'è che nei congressi delle sezioni del centro di Milano va forte Marino, ovvero l'area borghese radical-chic. Quelli che pensano anche di notte alle famiglie di fatto, alle pillole abortive, ai matrimoni gay, all'eutanasia. Perché sono ricchi e non hanno problemi seri. Chi invece lavora con uno stipendio medio milanese di notte pensa ad arrivare a fine mese. Poi gli operai di Sesto San Giovanni votano Lega o Pdl. Ci credo.

giovedì 10 settembre 2009

Telecomunicazioni addio

Cassa integrazione per 350 dipendenti delle due sedi della Nsn a Cassina de Pecchi e Cinisello. Il grande centro di ricerca nelle telecomunicazioni va a escort. La tecnologia avanzata va all'estero e abbandona la Lombardia. Nokie e Siemens hanno deciso di accentrare la ricerca in Germania e Finlandia e aprire in India e Cina. Sembra svanire il sogno della Silicon Valley lombarda. Ibm, Alcatel, St microelectronics... tutto sparisce, nulla resta. Intanto Berlusconi accusa la stampa di pessimismo. E il Pd discute di coppie di fatto mentre prepara le ennesime primarie.

giovedì 3 settembre 2009

Lo strano caso del dottor Boffo

Oggi si è dimesso il direttore di Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Dino Boffo. Colpito, insieme al cardinale Ruini, a lungo presidente della Conferenza episcopale italiana, da “fuoco amico”. Dal Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi. Il direttore Feltri ha infatti montato una campagna senza precedenti contro Boffo, accusandolo di essere un indegno moralista che ha perseguitato il povero Berlusconi, pur avendo subito una condanna pecuniara anni fa. Su questa condanna Feltri ha montato un polverone incredibile. La tesi è semplice: siccome siamo tutti peccatori, Berlusconi può fare quello che vuole e nessuno deve dire niente. Nessuna critica, nessun richiamo. E tra i moralisti senza morale Feltri ha messo pure il cardinale Ruini, Betori e Tettamanzi.

I due, Boffo e Ruini, si sono sempre schierati, infatti, dalla parte di Berlusconi. A Prodi non avevano mai fatto passare nulla. Ma quando su temi tipo l’immigrazione o le feste con decine di signorine a pagamento fatte viaggiare anche su aerei di stato (reclutate in modo sistematico e continuativo da un signore che inoltre spacciava droga e corrompeva politici e funzionari della Sanità, anche di centrosinistra) non è stato possibile tacere. Si è scritto con grande prudenza. Critiche sempre civili e moderate. Ma il il nostro premier, che si crede il padrone del mondo, ha reagito in modo inconsulto.

Certo Berlusconi dice che non sapeva nulla e che è tutta colpa di Feltri, direttore del Giornale, il quotidiano di famiglia. Ma le avvisaglie sul Giornale c’erano già state nei giorni precedenti al grande attacco (“Avvenire manipolato dalla sinistra”, “Boffo cattocomunista”) e lui non è intervenuto, nonostante che fossero accuse degne di un visionario consumatore di LSD. Ma, c'è da chiedersi, se non sa governare un suo dipendente come pretende di governare il Paese questo premier?

Ormai molti sono convinti che sia anche un’avviso "di garanzia" alla Chiesa. “Zitti e in riga, vi ho dimostrato che non porto rispetto per nessuno”. A parte mammina e la zia suora.

Nei mesi scorsi Boffo con i colleghi aveva più volta fatto accenni all'agitarsi dei “grembiulini” nel centrodestra. Del resto nel governo non c’è un solo ministro cattolico di spessore ed esperienza con cui le gerarchie cattoliche possano interfacciarsi con fiducia, o almeno sperare di essere ascoltati e compresi. Anche Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, dopo tante promesse non è stato portato a Roma, ma lasciato a invecchiare serenamente al Pirellone. Eppure di esperienza politica ne ha da vendere, piaccia o non piaccia.

Maurizio Lupi, che è della stessa cordata milanese di Formigoni, invece a Roma c'è andato a fare il vicepresidente della Camera. Lui però non ha lo spessore di un politico consumato ed è troppo "yes man" nei confronti dell'uomo di Arcore.

Comunque, tornando ai massoni, i cattolici berlusconiani continuano ad aspettare soldi per le scuole cattoliche e altro. Però una legislatura piena di Berlusconi si è già consumata e si è visto poco, direi niente. Anzi per due volte Tremonti ha tentato di taglare i fondi alle istituzioni educative cattoliche.

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Il documento dei giornalisti di Avvenire dopo le dimissioni del direttore Dino Boffo (3 settembre 2009)

Abbiamo assistito in questi giorni a un’aggressione mediatica senza precedenti con l’obiettivo di colpire una persona, Dino Boffo, e attraverso lui la voce autorevole e libera dei cattolici italiani e del loro quotidiano, minacciando la libertà di informazione.
Si è trattato di un’operazione di bassa macelleria giornalistica: il direttore de Il Giornale – e gli altri che via via si sono accodati - nascondendosi dietro al diritto di cronaca ha frantumato la deontologia del nostro mestiere, ha calpestato i sentimenti e l’onore di Boffo e della sua famiglia nonché degli altri protagonisti - loro malgrado - della vicenda, dimostrando un grande disprezzo per le notizie che contraddicevano le sue presunte verità.
Su questo invitiamo a meditare, in una giornata che dovrebbe essere triste per tutti.
Le dimissioni rassegnate oggi dal direttore, atto di stile e generosità, sono l’amaro e sconcertante esito di questo plateale e ripugnante attacco, a cui Boffo e l’intera redazione sono sottoposti da una settimana.
In questi 15 anni trascorsi sotto la direzione di Boffo, Avvenire ha consolidato la propria presenza nella stampa italiana, diventando una voce sempre più apprezzata e autorevole.
Oggi l’assemblea dei redattori, rifiutando questo squallido gioco al massacro che disonora chi l’ha compiuto, esprime vicinanza e amicizia al direttore Dino Boffo e ribadisce all’editore e ai lettori la ferma volontà di proseguire, senza lasciarsi intimidire, nel lavoro di informazione libera e puntuale al servizio di chi ci legge, della democrazia e della Chiesa.
Grazie direttore.
L’assemblea dei redattori di Avvenire

mercoledì 26 agosto 2009

Usura, cancro italiano

C'è un libro che mi è piaciuto molto. Un libro che vorrei far leggere ai ministri Maroni e Tremonti. S'intitola Di rata in rata, edito da L'Ancora del Mediterraneo. (141 pp.; 13,50 euro)

L'autore, Nello Scavo (ancora lui), è un giornalista di esperienza, per quanto non ancora quarantenne, come cronista e giudiziarista al quotidiano Avvenire. Si è occupato a lungo di usura e dei legami tra questa e la criminalità organizzata.

In questo libro, di lettura veloce e piacevole seppure denso di informazioni, racconta come si cade nella trappola degli usurai e come questo cancro stia devastando il Meridione e stia infestando il Nord, creando nuovi spazi a 'ndrangheta, camorra, mafia e sacra corona unita. Il tutto nell'indifferenza delle istituzioni. E spesso con la complicità, attiva o passiva che sia, delle banche. Da qui tragedie personali e un'economia con i ceppi ai piedi.

Tante le storie che Nello Scavo racconta. Vittime che soccombono, vittime che reagiscono. Aziende sane che vanno a pezzi. Con una giustizia lenta e troppo spesso inutile. Con leggi che favoriscono i delinquenti, non gli onesti.

Lo dovrebbero leggere a Roma. Al governo ma anche in parlamento. Capirebbero (forse) quello che davvero occorre fare per garantire sicurezza e sviluppo al Paese: sradicare la malapianta dell'usura, senza pietà. Altro che mandare 30 alpini a pattugliare Bergamo!

martedì 18 agosto 2009

Clandestino ed eroe

Un ragazzo marocchino di 22 anni, elettricista, in Italia da 7 anni, che parla con inflessione milanese ed è diventato clandestino per aver perso il lavoro, salva un milanese che tenta il suicidio impiccandosi su un'impalcatura. Senza preoccuparsi del pericolo si arrampica su per i tubi e recupera il malcapitato che si era appena lasciato andare nel vuoto, appeso al cappio. Poi incurante delle conseguenze chiama la polizia. Un eroe. Ma in questura qualcuno vuole fermarlo, i poliziotti sul posto s'incazzano e lo lasciano andare. Tra la coscienza e Maroni scelgono la coscienza. Il quotidiano Avvenire, o meglio il giornalista Nello Scavo, scopre la storia e la racconta. Ora ne parlano tutti, radio, tv, internet, gli altri quotidiani. Un'occasione per riflettere su un Pacchetto sicurezza che colpisce più le persone per bene che i delinquenti.

Cartolina da Chicago

Ecco cosa mi scrive una cugina da Chicago, che ha perso il lavoro come altre decine di migliaia di concittadini. Davvero una bella eredità quella di mr. Bush:

Chicago è veramente una città senza soldi, la situazione è grave qui. Il Sindaco, Mayor Daley, ha detto che abbiamo un debito di 400 milioni! E niente lavoro! Se parcheggi la macchina sulla strada... adesso devi pagare one dollar per ogni mezz'ora, pazzesco. Ma senti questo... se rimane, diciamo 20 minuti, quando tu esci dal tuo parcheggio il meter va subito a zero, c'è un occhio automatico che registra ogni macchina. Prima per parcheggiare la macchina sulla strada, era 25 cents per ogni ora. Adesso se prendi 2 tickets (multe) allacciano un "boot giallo" sulla tua macchina e non puoi muoverla. Poi per levarlo devi pagare 500 dollari più le multe. Quasi ogni semaforo ha un camera che ti fa un foto se passi sul giallo e quando ti fanno un foto e vedono che non hai messo la cintura... guai a te: un altro "fine" (multa).

E' veramente duro qui .. e mio sussidio di disoccupazione sta per finire, in questo mese mi hanno dato soltanto 400 dollari invece in 800. Devo fare un extension questo mercoledi, speriamo che me lo danno. Non ho neanche l'assicurazione per medicine, è orribile... se mi ammalo, non mi portano all'ospedale ma al campo santo. Sono matti qui!

mercoledì 12 agosto 2009

Faccia tosta

Berlusconi è furibondo con i fotografi che stazionano fuori della sua villetta bifamiliare: "Violano la mia privacy, interverrò". E subito il fido Ghedini avvisa che come avvocato di Berlusconi ha già fatto partire le querele. Ma l'impreditore televisivo che con il Grande Fratello ha insegnato a tutti noi a sbirciare nel buco della serratura, trasformandoci in guardoni, come può invocare la privacy? Ha una bella faccia tosta. Infine una domanda: ma Ghedini fa il parlamentare (rappresentante della Nazione pagato dai cittadini) o l'avvocato del signor Berlusconi? Chi sta in Parlamento è ben rincompensato e deve fare il suo lavoro a tempo pieno e con tutte le sue energie, fisiche e intellettuali.

Innse a lieto fine

Si è conclusa, bene (per ora), a Milano la vicenda della Innse, la fabbrica che doveva essere smantellata e che invece è stata salvata dagli operai. Per giorni quattro Cipputi e un sindacalista si sono asserragliati su un carro ponte per non fare portare via i macchinari. Trattative, schieramenti di polizia, vertici in prefettura. Alla fine si è trovato un compratore dell'impianto. Ma è possibile che in questo Paese di furbetti non si riesca mai a trovare soluzioni ragionevoli senza che la gente debba incazzarsi? Intanto altre fabbriche, decine in Lombardia, sono a rischio. Ma la crisi è un'invenzione di giornali e pessimisti.

P.S. Agli ottimisti un consiglio: pensate pure positivo, ma tenete una mano ben salda sul portafogli e l'altra sul deretano.

S.P.Q.A.

Strana gente gli americani. Ormai 46 milioni di loro sono senza copertura sanitaria. Ogni giorno altri 14mila ne restano senza. Il costo delle assicurazioni continua a salire ben più che il potere di acquisto delle buste paga (che tanti non hanno più). Eppure molti di loro, duri come zucche acerbe, urlano e sbraitano contro la riforma sanitaria del presidente Obama. Tanto, pensano, a noi non toccherà mai, peggio per gli altri. Una follia, alimentata dalle lobby che si arricchiscono con questo sistema sanitario, che si sta manifestando con una rabbia e un'aggressività verso i sostenitori della riforma che assai poco ha di democratico. S.P.Q.A. Son Pazzi Questi Americani

lunedì 10 agosto 2009

Il Paese di Pinocchio

Un bengalese, uno di quei pericolosi soggetti che vendono rose nei ristoranti, è stato rapinato da tre romeni. Ha chiamato la polizia e ha avuto il fatto suo. Poichè clandestino, anche se con passaporto valido, è stato subito denunciato: dovrà andarsene entro 5 giorni e, secondo le nuove norme, dovrà pagare una multa tra i 5 e i 10mila euro. Così impara. Andrà meglio di sicuro ai 3 romeni. Che presto potranno tornare a rapinare altri clandestini sicuri che nessuno chiamerà più la polizia.

Lo scorso anno ci furono diversi casi di italiani salvati da clandestini, al mare o sui fiumi, mentre stavano affogando. Se dovessero ripetersi situazioni analoghe consiglio al clandestino di turno di gridare all'italiano in pericolo: "Chiama Bossi e Berlusconi e fatti salvare da loro". E di allontanarsi rapidamente.

Consiglio inoltre a tutti di rileggere Pinocchio, di Carlo Collodi.

Un aggettivo di troppo

"E' stata una grande operazione diplomatica e di intelligence" quella che ha portato alla liberazione dei marinai italiani prigionieri dei pirati somali del Puntland da 4 mesi. Le parole tra virgolette sono quelle del giornalista di Rai del Tg1 (13,30 8 agosto 2009). Con un aggettivo, quel "grande" che rende la frase degna del cinegiornale del Ventennio. Un aggettivo, quel "grande" che sembra messò lì per leccare il fondoschiena dei potenti. Un aggettivo, quel "grande" che pare un po' troppo servile. Bastava eliminarlo, quell'aggettivo "grande", per dare semplicemente una notizia, ma tant'è. Anche Montanelli lo diceva: i giornalisti farebbero meglio e usare pochi aggettivi.

Comunque, prima o poi scopriremo che qualcuno è stato pagato. Se non un riscatto un incoraggiamento. Però quello che conta è che i marinai siano sani e salvi. E quello che manca è una politica estera italiana ed europea. L'Africa è sempre più abbandonata a se stessa e all'invasione cinese.

sabato 8 agosto 2009

Intellettuali a perdere

Cultura fa rima con teppisti. L'altra sera alla Versiliana, in quel di Marina di Pietrasanta, era di scena la prima mondiale di "Je me souviens" con Catherine Deneuve e Michele Placido, regia di di Renato Giordano. Naturalmente i soliti intellettuali sono accorsi a frotte, nonostante il biglietto costasse dai 25 ai 55 euro. Figurati se palati sì fini potevano perdersi cotanta prima. Ma era in francese, la pièce. E simili intelletti non solo non conoscono le lingue, ma non ammettono nemmeno che ci si possa esprimere in un idioma che non sia l'itagliano de Roma. La pazienza, poi, non la conoscono, magari perché vanno di corsa a suon di coca. Così dopo 20 minuti è scoppiato il finimondo. Invece di alzarsi in silenzio e andarsene, hanno dato l'assalto i botteghini. Da veri signori hanno preteso il rimborso, schiaffeggiato una povera cassiera, distrutto vasi di terracotta e quanto arrivava loro a tiro. Con i soldi e la laurea, ma son sempre burini rifatti.

Sogno di un parcheggio di mezza estate

Oggi sabato 8 agosto la città è piuttosto vuota. Chi è restato in città non lo ha fatto certo per divertimento.

"Allora bisogna fargliela pagare!" deve aver pensato l'ineffabile Lady Moratti. Che ha scatenato i suoi pretoriani del parcheggio a colpire gli sfigati metropolitani per forza. Li ho visti anch'io stamani, sorridenti, percorrere le vie del centro, blocchetto e penna in mano. Hanno anche colpito un'auto tedesca. Speriamo che lancino un U2 su Palazzo Marino.

Il tanto vituperato sindaco Albertini aveva la buona grazia di sospendere il pagamento delle strisce blu anche in centro almeno nella settimana di ferragosto. Lady Moratti no, si paga sempre, si paga tutto, si paga caro. Anche perché ha aumentato la tariffa oraria da 1,50 a 2 euro.

Che Alì Babà e i suoi consiglieri si siano trasferiti dalle parti della Scala?

mercoledì 5 agosto 2009

I magnifici trenta

Grande entusiamo. A Bergamo arrivano 30 militari. In Lombardia però mancano 4.823 agenti di Polizia. Il crimine è avvisato: avanti tutta.

Ronde, ma ci prendete per i fondelli?

Milano all'avanguardia anche per le ronde, parola (nelle scorse settimane) del vicesindaco Riccardo De Corato. Che ci disse: abbiamo i Blue Berrets, i City Angels e i poliziotti in pensione. Siamo tutti più sicuri.

Poi è arrivata la legge e tutte e tre queste ronde sono sparite. Quindi, Milano oggi è senza ronde. Alla faccia delle dichiarazioni entusiaste rilasciate mesi scorsi da politici e amministratori.

Oggi De Corato dice: "Siamo stati sorpresi dalla grande severità della norma, che ha fissato una serie di limiti, come quello dell'impossibilità di contribuire al servizio con aiuti pubblici, che ci hanno costretto a congelare convenzioni che a
Milano erano già consolidate in materia di controllo del territorio, come quelle con i City Angels, i Blue Berrets e gli agenti di polizia in pensione".

Ma come? De Corato è rimasto sorpreso? Ma se è un parlamentare della Repubblica e appartiene a quella maggioranza che ha votato il testo ! Mi scusi, onorevole, ma lei a cosa pensava quando lo ha approvato? E comunque, anche come assessore alla Sicurezza di Milano, non ha mai letto il testo della legge?


De Corato continua: "Sulla data in cui i volontari andranno effettivamente sulle strade non c'è ancora alcuna certezza, si andrà probabilmente a settembre, dal momento che manca ancora il decreto attuativo che fissa le modalità di
selezione dei cittadini, l'eventuale richiesta di test psicoattitudinali e l'eventuale formazione da fare in scuole riconosciute come quella della polizia locale, dei carabinieri e della polizia di stato che formino il personale alle attività di supporto alle forze dell'ordine".

Chi vivrà vedrà, ma una cosa è certa: occhio ai fondelli. A forsa di prendervi da quel lato (il B) ve lo stanno proprio massacrando.

sabato 1 agosto 2009

Piano B, molto peggio del lato B

Arrivano i 4 miliardi e 300 milioni di euro per la Sicilia e, con il cosiddetto Piano B, spariscono 2 milioni di euro per le infrastrutture legate all'Expo 2015 di Milano. Raffaele Lombardo, presidente della Trinacria, batte 1-0 la "Formigoni & Moratti team". Ma forse chi esce ancora una volta a pezzi è la Lega. Strilla, strilla, ma poi di concreto a casa porta davvero poco. Come Malpensa. Tutti contro Prodi in difesa dello scalo. Arriva l'Alitalia di Berlusconi & Colaninno e Malpensa diventa un deserto. Un successo. E i milanesi ingollano tutto. Si consoleranno con il migliore Lato B

Libero affonda e il capitano scappa per primo

La barca affonda e il capitano scappa per primo. Mi sbaglierò, ma Vittorio Feltri lascia Libero seguito dal fido Alessandro Sallusti proprio mentre il quotidiano comincia a battere la fiacca. L'operazione, comunque, conviene alla famiglia Berlusconi, il cui Giornale ha perso da tempo smalto e copie. La cura Giordano non ha funzionato. Negli ultimi tempi il direttore, eterno ragazzino genio, ha tentato di emulare il Feltrone nazionale. Prime pagine d'attacco e di insulti a chi non sta con Silvio. Senza notizia, quella per alcuni giornalisti è una variabile indipendente e poco significativa. Comunque a Giordano è andata male, Feltri comunque è a un altro livello, e torna mogio mogio a casa Mediaset, che non abbandona i figli fedeli. Ma chi resta con il cerino in mano, tanto per cambiare, sono i giornalisti di Libero, quelli che hanno lavorato con fatica e stipendi non proprio regali, che ora rischiano grosso. Per anni si sono schierati con la proprietà, non hanno mai aderito agli scioperi indetti dalla categoria, hanno riposto fiducia solo in Feltri. Ora sentono che potrebbero presto essere abbandonati a se stessi. Ed ecco che scoprono dettagli inquietanti nel bilancio di Libero. E sccrivono all'amministrazione:

Milano, 31 luglio 2009. Le domande rivolte dal CdR di Libero all'amministrazione dell'azienda, a proposito del bilancio 2008:

Egregio dott. Di Giore, come da Sua richiesta, ecco i quesiti sollevati dall'assemblea dei redattori. A proposito del bilancio chiedevamo spiegazioni in merito:
- al debito di 5.643.098 euro nei confronti della Fondazione S. Raffaele (pag. 24)
- alla voce "diverse" presente tra i "costi della produzione" per un ammontare di 3.354.754 euro (pag. 53)
- all'aumento dell'affitto dell'immobile che ospita la redazione romana e all'ammontare dell'affitto della redazione milanese

A proposito degli incarichi l'assemblea chiedeva chiarimenti:
- sul ruolo del caposervizio dell'Economia che, nel tamburino del giornale compare tra i "collaboratori di direzione" mentre il ruolo risulta essere coperto da altri due colleghi (uno dei quali senza la qualifica di caposervizio);
(omissis...)
- sul ruolo del collega Sandro Sallusti che non risulta in alcun modo nella gerenza del giornale, nonostante la posizione e le responsabilità di primo piano che ricopre.
Sicuri di un Suo celere riscontro Le porgiamo cordiali saluti

(il documento è preso dalla News letter di Franco Abruzzo, ex presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia)

martedì 28 luglio 2009

Ospedali di sabbia. Centrali nucleari pure?

Un ospedale fatto di sabbia. Quello di Agrigento. Ma in Sicilia, si scopre oggi dalle agenzie di stampa, di sabbia sono anche tante altre opere pubbliche. Come era di sabbia la casa dello studente tragicamente crollata a l'Aquila la notte del terremoto. La magistratura indaga e sequestra. Ma chi paga? E quanto paga? Ma soprattutto ci si può fidare di chi costruirà le centrali nucleari in Italia e in Sicilia? E di chi costruirà il ponte sullo Stretto? Fatto l'appalto, gabbato lo santo. Tanto nessuno controlla.

lunedì 27 luglio 2009

Per l'ecopass non c'è Letizia

A Milano siamo sempre più stufi delle chiacchiere. Fatti, non parole please. Lo dimostra anche l'indagine Ispo fatta su commissione del Corriere della Sera. Alla gente piace il bike sharing, ma boccia il Comune per le piste ciclabili (sono poche e male organizzate). E per l'ecopass Palazzo Marino va sotto e di molto. Perché così come è realizzato non serve (ormai è chiaro, anche Legambiente che lo ha sempre sostenuto ha dovuto ricredersi) e si è trasformato in una tassa soprattutto per i meno abbienti: i possessori di vecchie auto tipo uno e 127 pagano, i ricchi con il Suvvone diesel puzzolente e ingombrante 3000 di cilindrata no. Una presa per i fondelli e pure per il portafogli. Fate qualcosa per l'ambiente urbano, ma di serio please. E così cala l'appeal del sindaco, Letizia Moratti, algidamente distaccata dalla città. Ma anche quello del governatore, Roberto Formigoni, ormai stancamente troppo appiattito su Silvio.

venerdì 10 luglio 2009

Un tranquillo venerdì alla stazione Centrale

Un tranquillo venerdì d’estate. Tranquillo se non dovete prendere il treno, s’intende. Provate ad entrare alla stazione Centrale e dirigetevi verso la biglietteria. Quanto durerà la vostra serenità? Poco. Provare per credere. La solita commedia degli orrori è andata in scena anche oggi, nel primo pomeriggio. Come succede da quando esistono i treni, a Milano il venerdì estivo, è giorno di esodo. Chi può parte. Ma deve fare i conti con i manager ferroviari: gli sportelli della biglietteria ovviamente non sono tutti aperti. Ci mancherebbe. Perché togliere all’utente pagante la soddisfazione della fila? Meglio se lunga. Almeno 40 minuti, anche più, come ieri, sudando che fa bene. Solo che stavolta qualcuno non è rimasto contento. In diversi hanno iniziato ad agitarsi. Una signora ha dato in escandescenze. Pretendeva che fossero aperti tutti gli sportelli. Pensa un po'. A quel punto le proteste sono salite di tono. Molto. È dovuta arrivare anche la polizia a raffreddare i bollori. Eppure basterebbe poco per migliorare il servizio. Ma alla Bocconi cosa insegnano ai futuri manager?

giovedì 9 luglio 2009

La notte, troppo corta, dei saldi. Effetto pollaio

Per ieri sera qui a Milano era stata organizzata la Maratona dello shopping, in onore dei saldi iniziati sabato. E anche questa edizione è scivolata via. In sottotono però. Come sempre più spesso accade in questa città gli annunci sono mirabolanti, per stupire, poi però seguono fatti più modesti, anzi sempre più modesti. L’idea non era male, l’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato alle Attività produttive del Comune e dall’Unione del commercio in occasione dell’apertura della stagione dedicata ai saldi. E anche la risposta della gente è stata comunque positiva. Però l’occasione è andata in qualche modo perduta. Forse i commercianti hanno perso sprint perché convinti che non è questo il tempo per gli affari. Così nonostante che la notte fosse stata annunciata lunga, fino alle 2 del mattino, hanno preferito programmare la chiusura in netto anticipo sul programma. Commesse e addetti alla sicurezza in via Buenos Aires sapevano da giorni che avrebbero lavorato solo fino alle 23,30. Impossibile resistere all’istinto del pollo, animale che ama spengere la luce presto. Sarà per la prossima volta. Comunque tra lo «stile pollaio» (quello che vorrebbe anche far sparire i grandi concerti dallo stadio Meazza - San Siro) e lo «stile sballo», una via di mezzo per questa città andrà pur trovata.

I debiti del Comune di Milano

Cartolina da Milano. Il comune di Milano ha 30 milioni di euro di debiti. Naturalmente i tagli, come precisa il neoassessore al Bilancio Giacomo Beretta, toccheranno la cultura e, qualche voce di corridoio mormora, anche i fondi destinati alle politiche sociali. Nessun taglio invece è previsto (se non altro in busta paga) per i responsabili del fallimento milionario della Zincar, società partecipata dal Comune che avrebbe dovuto offrire a Milano soluzioni importanti sulla mobilità sostenibile e lo sviluppo di nuove fonti di energia. Beretta dice di non aver paura della verità su ciò che verrà fuori da questo vaso di Pandora. Una sana paura in realtà gli gioverebbe, visto che i debiti causati da una pessima gestione di uomini voluti da Letizia Moratti li pagheranno i cittadini. (Betz su Clandestino ZOOM)

nota del blogger: da quello che sta emergendo sarebbero spariti in pochi anni 18 milioni. Un buco, che ha portato alla consegna dei libri contabili in tribunale, poco comprensibile (o anche troppo comprensibile...) su cui sta indagando la Guardia di Finanza, che ha già visitato Palazzo Marino. Se poi al caso Zincar aggiungiamo il caso dei bond del Comune e il pessimo affare dell'Ecopass ne viene fuori un quadro davvero rivoltante, almeno per noi cittadini bischeri che paghiamo le tasse. Così impariamo.

La classe non è texana

Obama è in Italia per il G8. Ha stile. Tutta un'altra cosa rispetto Bush. La classe non è acqua, ma nemmeno è texana. Speriamo che abbia anche classe politica, mr. Obama. Perché deve tirare Stati Uniti fuori dal pantano in cui li ha cacciati il cowboy, ne va anche del nostro futuro.

mercoledì 8 luglio 2009

Non ci sono più i nemici esterni

Guido Podestà ha conquistato alla Pdl la Provincia di Milano, battendo senza stravincere Filippo Penati. Adesso tutto è di centrodestra. Milano, la Provincia di Milano, la Regione e il governo. Come ha detto Paolo Del Debbio, filosofo, fondatore di Forza Italia e pure lucchese, adesso non ci sono più scuse. Non c'è più il cattivo comunista a cui addossare tutte le colpe, dai mancati finanziamenti ai nubifragi. Adesso tutto si gioca in casa del centrodestra. Vedremo se sapranno restare amici o gli amici si trasformeranno nei peggiori nemici. I primi segnali vanno nella seconda direzione. La prima giunta nella storia delle neonata Provinca di Monza è stata stoppata dalla Pdl regionale. Podestà, coordinatore regionala ha commissariato Ponzoni, assessore regionale e coordinatore provinciale di Monza e Brianza. La giunta congelata e reimpastata. I leghisti brianzoli si sono innervositi non poco. "Basta con le solite manfrine in stile romano e centralistico", hanno detto. "Occorre più rispetto per le autonomie locali", hanno ribadito. Ma il Pdl è andato avanti per la sua strada. Vedremo.