martedì 29 settembre 2009

La sinistra bene di Milano sceglie Marino

In Lombardia, mentre Formigoni già prepara la campagna elettorale per le regionali di marzo, il Pd continua a pensare alle primarie per la segreteria nazionale. Settimane di battaglie e fatiche tutte interne al partito. Intanto in questa regione l'opposizione (sulle cose concrete) sparisce. Dell'antico Pci, partito popolare, non è rimasto nulla in questa sinistra. Tant'è che nei congressi delle sezioni del centro di Milano va forte Marino, ovvero l'area borghese radical-chic. Quelli che pensano anche di notte alle famiglie di fatto, alle pillole abortive, ai matrimoni gay, all'eutanasia. Perché sono ricchi e non hanno problemi seri. Chi invece lavora con uno stipendio medio milanese di notte pensa ad arrivare a fine mese. Poi gli operai di Sesto San Giovanni votano Lega o Pdl. Ci credo.

giovedì 10 settembre 2009

Telecomunicazioni addio

Cassa integrazione per 350 dipendenti delle due sedi della Nsn a Cassina de Pecchi e Cinisello. Il grande centro di ricerca nelle telecomunicazioni va a escort. La tecnologia avanzata va all'estero e abbandona la Lombardia. Nokie e Siemens hanno deciso di accentrare la ricerca in Germania e Finlandia e aprire in India e Cina. Sembra svanire il sogno della Silicon Valley lombarda. Ibm, Alcatel, St microelectronics... tutto sparisce, nulla resta. Intanto Berlusconi accusa la stampa di pessimismo. E il Pd discute di coppie di fatto mentre prepara le ennesime primarie.

giovedì 3 settembre 2009

Lo strano caso del dottor Boffo

Oggi si è dimesso il direttore di Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Dino Boffo. Colpito, insieme al cardinale Ruini, a lungo presidente della Conferenza episcopale italiana, da “fuoco amico”. Dal Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi. Il direttore Feltri ha infatti montato una campagna senza precedenti contro Boffo, accusandolo di essere un indegno moralista che ha perseguitato il povero Berlusconi, pur avendo subito una condanna pecuniara anni fa. Su questa condanna Feltri ha montato un polverone incredibile. La tesi è semplice: siccome siamo tutti peccatori, Berlusconi può fare quello che vuole e nessuno deve dire niente. Nessuna critica, nessun richiamo. E tra i moralisti senza morale Feltri ha messo pure il cardinale Ruini, Betori e Tettamanzi.

I due, Boffo e Ruini, si sono sempre schierati, infatti, dalla parte di Berlusconi. A Prodi non avevano mai fatto passare nulla. Ma quando su temi tipo l’immigrazione o le feste con decine di signorine a pagamento fatte viaggiare anche su aerei di stato (reclutate in modo sistematico e continuativo da un signore che inoltre spacciava droga e corrompeva politici e funzionari della Sanità, anche di centrosinistra) non è stato possibile tacere. Si è scritto con grande prudenza. Critiche sempre civili e moderate. Ma il il nostro premier, che si crede il padrone del mondo, ha reagito in modo inconsulto.

Certo Berlusconi dice che non sapeva nulla e che è tutta colpa di Feltri, direttore del Giornale, il quotidiano di famiglia. Ma le avvisaglie sul Giornale c’erano già state nei giorni precedenti al grande attacco (“Avvenire manipolato dalla sinistra”, “Boffo cattocomunista”) e lui non è intervenuto, nonostante che fossero accuse degne di un visionario consumatore di LSD. Ma, c'è da chiedersi, se non sa governare un suo dipendente come pretende di governare il Paese questo premier?

Ormai molti sono convinti che sia anche un’avviso "di garanzia" alla Chiesa. “Zitti e in riga, vi ho dimostrato che non porto rispetto per nessuno”. A parte mammina e la zia suora.

Nei mesi scorsi Boffo con i colleghi aveva più volta fatto accenni all'agitarsi dei “grembiulini” nel centrodestra. Del resto nel governo non c’è un solo ministro cattolico di spessore ed esperienza con cui le gerarchie cattoliche possano interfacciarsi con fiducia, o almeno sperare di essere ascoltati e compresi. Anche Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, dopo tante promesse non è stato portato a Roma, ma lasciato a invecchiare serenamente al Pirellone. Eppure di esperienza politica ne ha da vendere, piaccia o non piaccia.

Maurizio Lupi, che è della stessa cordata milanese di Formigoni, invece a Roma c'è andato a fare il vicepresidente della Camera. Lui però non ha lo spessore di un politico consumato ed è troppo "yes man" nei confronti dell'uomo di Arcore.

Comunque, tornando ai massoni, i cattolici berlusconiani continuano ad aspettare soldi per le scuole cattoliche e altro. Però una legislatura piena di Berlusconi si è già consumata e si è visto poco, direi niente. Anzi per due volte Tremonti ha tentato di taglare i fondi alle istituzioni educative cattoliche.

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Il documento dei giornalisti di Avvenire dopo le dimissioni del direttore Dino Boffo (3 settembre 2009)

Abbiamo assistito in questi giorni a un’aggressione mediatica senza precedenti con l’obiettivo di colpire una persona, Dino Boffo, e attraverso lui la voce autorevole e libera dei cattolici italiani e del loro quotidiano, minacciando la libertà di informazione.
Si è trattato di un’operazione di bassa macelleria giornalistica: il direttore de Il Giornale – e gli altri che via via si sono accodati - nascondendosi dietro al diritto di cronaca ha frantumato la deontologia del nostro mestiere, ha calpestato i sentimenti e l’onore di Boffo e della sua famiglia nonché degli altri protagonisti - loro malgrado - della vicenda, dimostrando un grande disprezzo per le notizie che contraddicevano le sue presunte verità.
Su questo invitiamo a meditare, in una giornata che dovrebbe essere triste per tutti.
Le dimissioni rassegnate oggi dal direttore, atto di stile e generosità, sono l’amaro e sconcertante esito di questo plateale e ripugnante attacco, a cui Boffo e l’intera redazione sono sottoposti da una settimana.
In questi 15 anni trascorsi sotto la direzione di Boffo, Avvenire ha consolidato la propria presenza nella stampa italiana, diventando una voce sempre più apprezzata e autorevole.
Oggi l’assemblea dei redattori, rifiutando questo squallido gioco al massacro che disonora chi l’ha compiuto, esprime vicinanza e amicizia al direttore Dino Boffo e ribadisce all’editore e ai lettori la ferma volontà di proseguire, senza lasciarsi intimidire, nel lavoro di informazione libera e puntuale al servizio di chi ci legge, della democrazia e della Chiesa.
Grazie direttore.
L’assemblea dei redattori di Avvenire