mercoledì 10 agosto 2011

Le fiamme illuminano i veri ladri


Londra brucia. Cantavano i Clash. Una grande nazione in meno di 100 anni è passata da essere un impero mondiale a una colonia degli Stati Uniti, ai quali fornisce soldati per le guerre in giro per il mondo. Fa parte della Ue, è vero, ma resta arroccata sulla sua isoletta come una vecchia attrice bisbetica si nasconde in fondo al Sunset Boulevard. Inoltre l’Inghilterra, elemento guida del Regno Unito, è passata da nazione industriale a capitale presunta della finanza. Ovvero non produce più nulla e vive sul denaro facile, sganciato dalla produzione e dal merito (genialità, managerialità, innovazione…). Denaro facile, ma anche virtuale, controllato da investitori e/o speculatori che vivono chissà dove e che, certo, del bene comune se ne fregano. Finanzieri e faccendieri a cui non interessano né la crescita, né lo sviluppo, né il benessere dei popoli e delle nazioni.

La società inglese, come la nostra del resto, è segnata da una minoranza di ricchi che diventano ogni giorno più ricchi. In UK i mille uomini e donne più ricchi hanno incrementato in un anno la loro ricchezza del 30 %. Mentre i poveri non solo sono sempre più poveri, ma si vedono sventolare sotto il naso beni di consumo che non possono permettersi. Intanto la classe media viene sempre più tartassata da imposte e balzelli e vede svanire il sogno di un futuro migliore. Anzi quello dei figli le appare grigio, se non nero.

In questo contesto, non solo inglese, ecco crescere una classe politica incapace di governare la realtà con tutti i suoi problemi. Incapace di perseguire la giustizia e il bene comune. Prona invece al servizio dei potenti e tesa ad arraffare il più possibile. Anche a Roma tolgono soldi alle famiglie e ai poveri, ai malati, agli anziani. Non aiutano gli imprenditori veri. E innalzano tasse e balzelli: nazionali, regionali, provinciali, comunali. In cambio non fanno pagare le tasse a chi dovrebbe pagarle. In Italia l’evasione è calcolata a ben oltre i 240 miliardi di euro. Una cifra sproposita, un saccheggio di dimensioni inaudite ai danni di un popolo. Un furto gigantesco, che grida vendetta al cospetto di Dio. Il denaro ha conquistato le coscienze, l’immoralità si è fatta Stato. Che futuro può aspettarsi una nazione di tal fatta?

martedì 9 agosto 2011

Estate interessante

Un’estate interessante, a dir poco. Prima la piccola rivoluzione arancione, con l’arrivo a Palazzo Marino di Giuliano Pisapia. Poi la nomina ad arcivescovo di Milano di Angelo Scola da Venezia. Milano cambia pagina. Inizia una nuova stagione. I cambiamenti spesso fanno bene, aiutano a rimettersi in discussione. Ridanno slancio e liberano nuove energie.

Magari il cardinal Scola sarebbe rimasto più volentieri a Venezia. Qui lo attende tanto lavoro, dovrà ricominciare un’altra volta; ma di sicuro non deluderà. E forse inizierà anche una nuova stagione nei rapporti tra Chiesa ambrosiana e Comune meneghino, dopo anni di continui attacchi e critiche della giunta Moratti e della sua maggioranza all’arcivescovo Tettamanzi, alla Caritas diocesana, alla Casa della carità. I più ideologici, rozzi, anticlericali e non corrispondenti a realtà quelli del leghista Salvini e dell’ex vicesindaco De Corato (ex An rivestito di azzurro). Appoggiati sistematicamente dal Giornale della famiglia Berlusconi (articoli violenti contro il cardinale Tettamanzi di Sallusti, Giordano e Allam) e dalla Padania.

venerdì 22 aprile 2011

1° maggio da buttare

Certo che questi del centrosinistra sono dei campioni. Siamo in fase elettorale in molte città e province del Paese e cosa riesce a fare il sindaco di Firenze, Renzi? A litigare di brutto con la Cgil e gli altri sindacati per il 1° maggio.

Motivo l'apertura dei negozi il giorno della Festa dei lavoratori. Renzi ha dato il via libera anche a Firenze. Forse vuol fare il brillante postcomunista. Oppure il piacione con la destra. Ma avrebbe potuto farne a meno. In fondo, piaccia o non piaccia, il 1° maggio ha un suo valore. Una sua ragion d'essere.

Ormai questi poveri dipendenti del commercio, che hanno un contratto che fa abbastanza schifo, devono lavorare sempre più spesso la domenica e persino a Natale. Tanto della loro famiglia a chi frega qualcosa? A destra ne hanno così tante. A sinistra pensano a quelle gay (che come si sa per i lavoratori sono oggi il problema numero uno)

Ma i voti da chi li vuole prendere il Pd? Non dai cattolici, non da chi lavora... dagli evasori fiscali? Ma loro hanno già il loro idolo.

giovedì 21 aprile 2011

Piste ciclabili, meglio le auto

Oggi a Milano ennesima inaugurazione elettorale. Il 15 maggio, infatti si vota. L'assessore Simini ha celebrato la fine (o quasi) del cantiere di risistemazione di corso Buenos Aires, la più lunga strada commerciale d'Europa. Tanti soldini spesi. Ma l'amministrazione così tanto impegnata contro smog e traffico si è dimenticata le piste ciclabili. In questa larghissima arteria non ce n'è ombra. Nonostante le tante richieste e le firme raccolte a Palazzo Marino hanno fatto finta di niente. Così, all'inaugurazione erano in tanti i ciclisti che protestavano, scampanellando e facendo domande scomode all'assessore.

Era atteso anche il sindaco, Lady Letizia Moratti. Ma quando ha visto i contestatori si è ben guardata dal presentarsi all'appuntamento. Coraggiosa come non mai se l'è svignata. In auto s'intende.

Un commerciante, a un certo punto, si è scagliato contro i ciclisti. Urlando: "Sono un commerciante di corso Buenos Aires, a me della pista ciclabile non me ne frega un cazzo". Gentili e chiare parole. Che spiegano perché cotanta pista non sì è fatta. E lo stesso Simini ha spiegato che bisognava garantire anche i parcheggi per le auto.

Ma scusi signor assessore, perché volete fare i parcheggi in centro (che portano traffico) e invece togliete i posti auto nelle zone limitrofe al centro (zone piazza Carbonari o Tertulliano/Umbria, ad esempio)? Qualcosa non torna.

sabato 16 aprile 2011

Una Bat-campagna elettorale


E’ iniziata a Milano la Bat-campagna elettorale. Bat per due motivi. Il primo che l’inizio è stato segnato dalla scoperta di una Bat-casa in città. L’aveva realizzata, di soppiatto in un ex capannone industriale, il Bat-figlio della nostra amata Bat-sindachessa, Letizia Moratti. Ma i nemici della Bat-famiglia se ne sono accorti. I vili hanno denunciato la cosa alle toghe rosse e orde di famelici e ringhiosi Bat-giornalisti si sono gettati sulla povera preda. Così Lady Letizia ha fatto sapere che la Bat-casa sarà smantellata. Un duro colpo alla Bat-legalità dei nostri politici.

E il secondo motivo? I manifesti del sindaco Moratti sulle mirabolanti cose fatte a Milano sono così improbabili, che questa campagna elettorale sembra un fumetto. Di Batman appunto. Con il vicesindaco De Corato nella parte di Robin, of course.

Ospitalità

Stanno arrivando anche a Milano i tunisini fuggiti dal Nord Africa. Un’altra prova di efficienza del governo. O dello Stato se vi piace di più. Che ha provveduto con solerzia ed efficienza a sistemarli. A casa dei soliti cattolici però. Infatti i primi 99 arrivati sono stati ospitati nelle strutture delle Caritas lombarde o a loro collegate: distribuite: 25 a Bergamo, 7 a Brescia, 15 a Como, 30 a Cremona, 10 a Pavia, 12 a Varese.

Mi vengono in mente le parole dello sceriffo di Milano, il vicesindaco Riccardo De Corato, ex Msi ed ex An interamente folgorato sulla via di Arcore. Qualche tempo fa, quando si parlava della questione dei rom sbottò: se li prendano loro (i vescovi e i cattolici) e li mettano a casa propria. Fatto! E fatto anche per i tunisini, i disabili, i malati poveri...

Berlusconi a casa sua invece ospita le…

martedì 22 febbraio 2011

Rubare ai poveri per dare ai ricchi



La vicenda tiene banco da alcuni giorni. A Milano enti (Pio Albergo Trivulzio e Policlinico al momento) che come "mission" hanno l'assistenza dei malati e degli anziani hanno affittato o venduto i loro immobili a cifre inferiori, talvolta anche di molto, a quelle di mercato. Tanto per cambiare i fortunati inquilini o acquirenti sono politici, ricchi o amici degli amici. Secondo il migliore stile italico "aumm aumm". Così un appartamento in centro a Milano può costare anche meno di 500-600 euro al mese. Mentre a un vecchietto il Pio Albergo Trivulzio arriva a chiedere anche più di 3000 euro al mese per una cameretta e un po' di assistenza. Poiché gli immobili sotto accusa sono centinaia e centinaia, in fondo all'anno gli introiti mancanti sono decine di milioni. Ebbene, mancano i letti e gli alloggi per i vecchi, le rette sono stratosferiche ma i ricchi, politici, nani e ballerine se la spassano. Come Superciuk (ricordate Alan Ford?): rubano ai poveri per dare ai ricchi. Fanno solo schifo. E come quelli che non pagano il giusto salario ai lavoratori, gridano vendetta al cospetto di Dio.

sabato 8 gennaio 2011

Afghanistan, ma che dice Frattini?

In nostro ministro Franco Frattini (se è vero quanto riporta l'agenzia Ansa nel lancio delle 1803 di oggi 8 gennaio 2011) brilla per ignoranza, in senso latino s'intende. Ecco cosa dice l'Ansa:

"Intervistato alla trasmissione Che tempo che fà, ha assicurato che l'Italia inizierà il ritiro dei suoi soldati dall'Afghanistan prima della pausa estiva (...) Non stiamo facendo una guerra - ha sottolineato - (...) Ci siamo trovati nella necessità assoluta di colpire il terrorismo dove è nato. Lì bisognava colpirlo. Ora colpiscono lì, poi in Yemen, in Somalia, si avvicinano al Sahara e verranno a colpire a casa nostra...".

Un errore mostruoso: il terrorismo non è nato in Afghanistan. Non offendiamo la nazione afghana. In Afghanistan aveva trovato rifugio Bin Laden, leader di Al Qaeda e mandante dell'attacco alle Torre Gemelle. Ma Al Qaeda in realtà era ed è ben radicata in Pakistan. E soprattutto ha le sue radici, ideologiche ed economiche in Arabia Saudita.

Anche i rapporti pubblicati da Wikileaks hanno mostrato che gli Stati Uniti sanno bene che l'Arabia Saudita, dove comanda la setta islamica integralista degli Wahabiti, da una parte vuole decapitare i vertici di Al Qaeda, ma di fatto continua a finanziare in mille modi la struttura islamista e terroristica. L'obiettivo: forse arrivare a controllare un braccio armato dell'integralismo, fondato proprio da un saudita: Osama Bin Laden

Ma i legami tra sauditi e terrorismo erano emersi drammaticamente subito dopo l'attacco alle Torre Gemelle. Il dipartimento Usa alle Finanze chiese di bloccare un gran numero di conti correnti attraverso cui transitavano denari per i terroristi. Molti erano riconducibili a interessi sauditi. Però il dipartimento di Stato e altri centri di potere fecero opposizione. L'Arabia Saudita infatti è alleata dell'Occidente. Insomma gli alleati sono come i parenti, talvolta serpenti.

martedì 21 dicembre 2010

Rom, magistrati e l'incredibile Letizia Moratti


Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ogni tanto è incredibile. Più di Hulk. I magistrati hanno dato ragione alle famiglie rom a cui prima era stata assegnata una casa popolare (di un lotto di abitazioni in pessimo stato da sistemare) con tanto di contratto e poi tolta, su intervento del ministro Maroni in fase pre-elettorale. C’è stato, infatti, un ricorso legale in quanto era stato siglato un contratto. Di fronte al bianco su nero il magistrato non ha potuto che dare ragione agli inquilini sfrattati sui due piedi. Ebbene cos’ha detto la Moratti, intervistata anche in tv, criticando il giudice? Che i giudici non tengono conto del parere dei cittadini perché non vengono eletti!

Le parole esatte secondo l’agenzia Ansa: "Noi siamo eletti - ha concluso Letizia Moratti con un ultimo affondo alla magistratura - e dobbiamo rendere conto ai cittadini delle nostre decisioni, purtroppo i giudici non sono eletti e questo a volte può creare a noi amministratori qualche difficoltà".

Ma siamo pazzi ? Ci mancherebbe altro che la legge una volta approvata dal Parlamento (eletto dai cittadini) venisse applicata di città in città in base agli umori della maggioranza degli abitanti in quel momento.

Documento:
Se avete voglia potete leggere il comunicato degli avvocati difensori dei rom, diffuso dalla Casa della carità di Milano. Ecco il testo, da cui si evincono alcuni semplici e basilari principi del nostro diritto:

AVVOCATI PER NIENTE-ONLUS SULLA VICENDA “25 CASE”
I primi commenti alla ordinanza del Tribunale di Milano sulla vicenda “25 case” – alla quale gli avvocati di APN hanno dato un decisivo contributo assistendo le 10 famiglie rom che hanno proposto ricorso – meritano qualche chiarimento sul piano dei fatti e sul piano giuridico.

1) Non vi è alcuna “invasione di campo” della magistratura nei confronti della politica. Al contrario, il Giudice ha valorizzato le scelte operate dall’amministrazione (limitatamente a questo specifico punto) fino al settembre 2010, solo precisando che, una volta che l’amministrazione abbia fatto le sue scelte insindacabili e si sia vincolata nei confronti dei privati, non può fare marcia indietro. Quanti oggi protestano sarebbero i primi a levare alte grida se il Comune stipulasse con loro un qualsiasi contratto (di appalto, di locazione ecc.) e poi pretendesse immotivatamente di annullarlo: e allora non si vede perché questo elementare principio non dovrebbe valere per i rom.

2) Non è vero che l’amministrazione può “cambiare idea”. Qualunque buon amministratore dovrebbero sapere che la L. 241/90 fissa i limiti entro i quali l’amministrazione può “cambiare idea”: lo può fare spiegando quale nuovo interesse pubblico impone il cambiamento e indennizzando i soggetti lesi dalla inversione di rotta. Ma né il Comune, né alcun altro attore della vicenda ha mai revocato formalmente nulla (ben sapendo che di tale revoca avrebbero potuto dare solo una “spiegazione” arbitraria e discriminatoria); Comune e Ministro hanno solo preteso di impedire sul piano pratico che i contratti venissero posti in esecuzione, ma ciò appartiene al campo della prepotenza e dell’arbitrio non certo a quello della legge.

3) Non vi è alcuno scavalcamento di italiani in attesa di una casa popolare: come ormai tutti sanno le case in questione erano inagibili e inutilizzabili per le normali graduatorie; saranno ristrutturate con i soldi che il Ministro Maroni ha stanziato per gli interventi a favore dei Rom e riconsegnate dopo qualche anno all’utilizzo nell’ambito delle graduatorie. Come il Giudice ha sottolineato era stato così raggiunto un difficile punto di equilibrio tra vari interessi contrapposti: quelli del Commissario a porre le premesse per la chiusura di un campo autorizzato; quelli dei Rom ha avviare un percorso di integrazione ; quelli dei residenti “milanesi” della zona a veder finalmente chiuso il campo Triboniano; quelli dell’ALER a veder sistemati con soldi altrui alcuni alloggi. Perché da tale punto di equilibrio si dovrebbe recedere ? Nel corso del giudizio la difesa del Comune non ha neppure cercato di spiegarlo.

4) Non vi è alcuna “discriminazione al contrario” per il fatto che venga previsto un intervento di sostegno specifico per i Rom. Ogni politica sociale è sempre una erogazione a favore di gruppi a rischio di esclusione e non di altri: è la regola che sta alla base del concetto di “uguaglianza sostanziale” previsto dall’art. 3 Cost. e che fa parte dell’abc di uno stato democratico e sociale: spiace doverla ricordare così pedantemente a dei pubblici amministratori; tanto più che, in questo caso, l’erogazione era stata decisa addirittura dal Ministro Maroni con il suo piano di “emergenza Rom” .

5) Non è vero che ai Rom fossero state offerte soluzioni alternative, come ben risulta dal fatto che neppure nel corso del giudizio i rappresentanti del Comune hanno mai indicato quali soluzioni alternative potessero essere praticate.
La vicenda ha quindi qualcosa di paradossale. I veri vincitori della causa non sono i rom; e neppure solo il principio di legalità che pure dovrebbe stare a cuore a qualsiasi amministratore pubblico. Il vincitore e' proprio il Comune, quantomeno il Comune come protagonista di quell’unico piccolissimo progetto (l’unico diversa della serie infinita e inutile di sgomberi violenti) che aveva deciso di attuare fino al settembre scorso. I politici che oggi hanno manifestato contro la decisione, hanno manifestato contro se stessi; e non lo sanno.
Che ciò dipenda da ignoranza o da mala fede e' il quesito che resta senza risposta.

Milano, 21 dicembre 2010

venerdì 17 dicembre 2010

La telecamera mai riparata

A Brembate continua il mistero di Yara, la ragazzina scomparsa nel nulla. Una notiziola a margine colpisce. Una telecamera in paese avrebbe potuto dare qualche informazione utile sul passaggio delle auto all'ora della scomparsa della tredicenne. Ma la telecamera era guasta. Da luglio. In 5 mesi nessuno l'aveva riparata, pare per questioni di assicurazione. E poi ci parlano di sicurezza. Di sicuro ci sono solo le balle dei politici.