mercoledì 22 settembre 2010

Il Seveso e lo show di De Corato

Il Seveso, tanto per cambiare, l'ha fatta di nuovo grossa. Stavolta la sua esondazione ha messo a KO la metropolitana 3 di Milano. Quella gialla. Due o tre stazioni rischiano di restare chiuse per un paio di mesi.

Ma la cosa divertente, in tanto danno, è l'immancabile show del vicesindaco De Corato (sarebbe anche parlamentare ma a Roma lo vedono pochissimo, tanto lo stipendio lo si può accreditare in banca). Deco ha chiesto la nomina di un commissario ad acta per affrontare il problema del Seveso. Peccato dimentichi che la sua maggioranza discute del Seveso dal 1999. Da 11 anni si parla di soluzione intercomunale del problema e della realizzazione di un sistema idraulico scolmatore per prevenire le esondazioni.

Evidentemente se dopo così tanti anni il vicesindaco della stessa maggioranza politica chiede il commissario, vuol dire che ammette il fallimento di chi, come lui, governa la metropoli da tanto tempo.

Molto più onesto politicamente e diretto il presidente della Regione Roberto Formigoni che ammette: gli interventi per mettere in sicurezza il Seveso erano già stati finanziati (oltre 33 milioni di euro) ma poi Roma li ha bloccati. Roma ovvero il governo Berlusconi, come dovrebbe sapere anche De Corato, se solo frequentasse la Camera dei deputati dove i cittadini lo hanno eletto non certo per fare il fantasma.

Ma questa è polemica politica. Vogliamo i fatti. Ovvero il Seveso sicuro. Aperti i cantieri basterebbero un paio di anni.

venerdì 17 settembre 2010

Maroni scambiato per bresciano

Maroni ha tranquillizzato l'Italia: Gheddafi non voleva sparare a un nostro peschereccio, ma solo a dei clandestini. Si sono confusi, poveri libici.

Ah... ho capito: gli ultrà dell'Atalanta che hanno accolto il ministro degli Interni alla Berghem Fest a suon di fumogeni e hanno dato fuoco a un po' di auto si sono solo sbagliati. Non volevano massacrare Maroni, lo avevano scambiato per un bresciano. Poverini.

Bravo Brancher

E bravo l'ex ministro Aldo Brancher. C'aveva provato. Era stato nominato da Berlusconi all'incarico per aiutarlo a sfuggire al processo. Ma è stato incastrato dal presidente Napolitano. Ha dovuto dimettersi ed è stato condannato in rito abbreviato a 2 anni di carcere in primo grado. Motivazione? Lo abbiamo apreso ieri: era stato foraggiato con soli 800mila euro da Gianpiero Fiorani, banchiere padrone della Popolare Lodi, perché lo aiutasse a trovare favori nel mondo politico. Un bel ladrone, ma non di razza romana... Ha dimostrato al mondo a che cosa servono in Italia gli scudi prodotti dalla premiata ditta Alfano & Berlusconi.