giovedì 15 ottobre 2009

Pd: partito radicale o popolare?

Dopo il voto in Parlamento sul provvedimento detto "contro l'omofobia" e l'affondamento della proposta avanzata dai democratici, nel Pd è iniziato una sorta di linciaggio mediatico-politico dell'onorevole Binetti. La Binetti è rea di avere votato contro la norma e, quindi, il suo partito, in coerenza alle sue convinzioni di cattolica. C'è persino chi ne pretende l'espulsione del Pd, che dovrebbe diventare a "pensiero unico".

Qualche nota in merito

1) Se la Binetti non condivide i valori di fondo del Pd e deve essere espulsa o punita, vuol dire che non possono votare Pd almeno la gran parte dei cattolici che non sono di centrodestra ma sono ugualmente cattolici. Cercherà il Pd di farsi votare da Capezzone e Taradash? Oltre che dal professor Veronesi, campione della sanità privata lombarda, buon amico della famiglia Ligresti?

2) I valori di fondo di un partito popolare di centrosinistra (o sinistra) dovrebbero essere valori legati alla tradizione popolare del nostro paese, solidaristica e con una radicata storia cattolica, non a valori radicali-borghesi. Non è un caso che la lista Marino abbia vinto nelle sezioni del centro di Milano, zona notoriamente popolare e operaia. Mentre il Pd continua a perdere voti nelle zone dove una volta era forte il Pci.

3) La Binetti comunque vale 1 voto. Il Pd ha sbagliato clamorosamente la tattica parlamentare ed è stupido cercare di sviare l'attenzione attaccando la Binetti (lo stile è berlusconiano). La stessa on. Anna Paola Concia, sostenitrice del provedimento, era furibonda con il partito, ancor prima che con la Binetti. E' la dirigenza del partito che ha sbagliato e non vuole assumersi le responsabilità.

4) A proposito di voti: sarebbe bene ricominciare a contare le schede sul serio. Il Pd dovrebbe battersi per il ritorno delle preferenze. Così potremmo vedere quanto pesa, nello stesso collegio lombardo, una Binetti, un Grillini e un Veronesi. E nel centrodestra un Formigoni, un Romani e Podestà.

4) Forse sarebbe il caso di tornare a fare politica per il bene comune e non per le lobby, di qualsiasi genere. C'è chi le leggi le fa ad personam e chi ad lobby, ma non va bene nemmeno nel secondo caso. Non si tratta di fare leggine e leggette, nello specifico, ma di fare funzionare i tribunali, rendere certa l'applicazione delle pene, studiare forme alternative ma serie per scontarle e renderle educative. Ormai siamo nel Paese delle grida e ciò aiuta solo i ricchi. E' una questione di giustizia ma anche di volontà di essere vera forza di governo, per tutto il Paese. Occorre lo sguardo largo. Altrimenti picchiare un gay sarebbe più grave che picchiare un disabile e aggredire un israeliano più grave che aggredire un palestinese. In ogni caso poi il delinquente, nei fatti, se la caverebbe con poco.

5) Intanto in Lombardia farebbe piacere vedere un'opposizione. Seria, però e capace di uno sguardo dall'alto. Al momento manca. Così come manca un candidato autorevole alla Regione, visto che tra una primaria e l'altra ancora nessuno ci ha pensato.

lunedì 12 ottobre 2009

Farina e l'immunità parlamentare

Bocciato il lodo Alfano ecco il piano B: torna a grande richiesta l'immunità parlamentare. Dispiace che a presentare la proposta di ritorno al passato sia Renato Farina. Uno la cui faccia è legata a un movimento cristiano serio, ricco di gente che ogni giorno si spende per i più deboli in modo coerente alla propria fede. Invece in questo caso ci si spende in difesa di una casta dove pregiudicati e indagati abbondano come in nessun altro Paese del mondo democratico occidentale. In più, come noto, Farina in passato ha lavorato per i servizi segreti (piuttosto deviati a quanto sembra) passando informazioni che un giornalista non dovrebbe passare e scrivendo cose (su veline arrivate dai servizi) su Prodi rivelatesi poi false, senza chiedere mai scusa (insieme a Feltri). Inoltre continua a lavorare con Feltri, che come dimostra il caso di Avvenire sembra, almeno di fatto, lavorare per i massoni e Berlusconi contro la Chiesa. Talvolta bisognerebbe imparare a stare in silenzio per un po'.

giovedì 8 ottobre 2009

Quelli belli e quelli alti

A "Porta a porta" il premier Berlusconi fulmina la Bindi: "Lei è più bella che intelligente". Però c'è anche chi è più alto che intelligente.