martedì 28 luglio 2009

Ospedali di sabbia. Centrali nucleari pure?

Un ospedale fatto di sabbia. Quello di Agrigento. Ma in Sicilia, si scopre oggi dalle agenzie di stampa, di sabbia sono anche tante altre opere pubbliche. Come era di sabbia la casa dello studente tragicamente crollata a l'Aquila la notte del terremoto. La magistratura indaga e sequestra. Ma chi paga? E quanto paga? Ma soprattutto ci si può fidare di chi costruirà le centrali nucleari in Italia e in Sicilia? E di chi costruirà il ponte sullo Stretto? Fatto l'appalto, gabbato lo santo. Tanto nessuno controlla.

lunedì 27 luglio 2009

Per l'ecopass non c'è Letizia

A Milano siamo sempre più stufi delle chiacchiere. Fatti, non parole please. Lo dimostra anche l'indagine Ispo fatta su commissione del Corriere della Sera. Alla gente piace il bike sharing, ma boccia il Comune per le piste ciclabili (sono poche e male organizzate). E per l'ecopass Palazzo Marino va sotto e di molto. Perché così come è realizzato non serve (ormai è chiaro, anche Legambiente che lo ha sempre sostenuto ha dovuto ricredersi) e si è trasformato in una tassa soprattutto per i meno abbienti: i possessori di vecchie auto tipo uno e 127 pagano, i ricchi con il Suvvone diesel puzzolente e ingombrante 3000 di cilindrata no. Una presa per i fondelli e pure per il portafogli. Fate qualcosa per l'ambiente urbano, ma di serio please. E così cala l'appeal del sindaco, Letizia Moratti, algidamente distaccata dalla città. Ma anche quello del governatore, Roberto Formigoni, ormai stancamente troppo appiattito su Silvio.

venerdì 10 luglio 2009

Un tranquillo venerdì alla stazione Centrale

Un tranquillo venerdì d’estate. Tranquillo se non dovete prendere il treno, s’intende. Provate ad entrare alla stazione Centrale e dirigetevi verso la biglietteria. Quanto durerà la vostra serenità? Poco. Provare per credere. La solita commedia degli orrori è andata in scena anche oggi, nel primo pomeriggio. Come succede da quando esistono i treni, a Milano il venerdì estivo, è giorno di esodo. Chi può parte. Ma deve fare i conti con i manager ferroviari: gli sportelli della biglietteria ovviamente non sono tutti aperti. Ci mancherebbe. Perché togliere all’utente pagante la soddisfazione della fila? Meglio se lunga. Almeno 40 minuti, anche più, come ieri, sudando che fa bene. Solo che stavolta qualcuno non è rimasto contento. In diversi hanno iniziato ad agitarsi. Una signora ha dato in escandescenze. Pretendeva che fossero aperti tutti gli sportelli. Pensa un po'. A quel punto le proteste sono salite di tono. Molto. È dovuta arrivare anche la polizia a raffreddare i bollori. Eppure basterebbe poco per migliorare il servizio. Ma alla Bocconi cosa insegnano ai futuri manager?

giovedì 9 luglio 2009

La notte, troppo corta, dei saldi. Effetto pollaio

Per ieri sera qui a Milano era stata organizzata la Maratona dello shopping, in onore dei saldi iniziati sabato. E anche questa edizione è scivolata via. In sottotono però. Come sempre più spesso accade in questa città gli annunci sono mirabolanti, per stupire, poi però seguono fatti più modesti, anzi sempre più modesti. L’idea non era male, l’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato alle Attività produttive del Comune e dall’Unione del commercio in occasione dell’apertura della stagione dedicata ai saldi. E anche la risposta della gente è stata comunque positiva. Però l’occasione è andata in qualche modo perduta. Forse i commercianti hanno perso sprint perché convinti che non è questo il tempo per gli affari. Così nonostante che la notte fosse stata annunciata lunga, fino alle 2 del mattino, hanno preferito programmare la chiusura in netto anticipo sul programma. Commesse e addetti alla sicurezza in via Buenos Aires sapevano da giorni che avrebbero lavorato solo fino alle 23,30. Impossibile resistere all’istinto del pollo, animale che ama spengere la luce presto. Sarà per la prossima volta. Comunque tra lo «stile pollaio» (quello che vorrebbe anche far sparire i grandi concerti dallo stadio Meazza - San Siro) e lo «stile sballo», una via di mezzo per questa città andrà pur trovata.

I debiti del Comune di Milano

Cartolina da Milano. Il comune di Milano ha 30 milioni di euro di debiti. Naturalmente i tagli, come precisa il neoassessore al Bilancio Giacomo Beretta, toccheranno la cultura e, qualche voce di corridoio mormora, anche i fondi destinati alle politiche sociali. Nessun taglio invece è previsto (se non altro in busta paga) per i responsabili del fallimento milionario della Zincar, società partecipata dal Comune che avrebbe dovuto offrire a Milano soluzioni importanti sulla mobilità sostenibile e lo sviluppo di nuove fonti di energia. Beretta dice di non aver paura della verità su ciò che verrà fuori da questo vaso di Pandora. Una sana paura in realtà gli gioverebbe, visto che i debiti causati da una pessima gestione di uomini voluti da Letizia Moratti li pagheranno i cittadini. (Betz su Clandestino ZOOM)

nota del blogger: da quello che sta emergendo sarebbero spariti in pochi anni 18 milioni. Un buco, che ha portato alla consegna dei libri contabili in tribunale, poco comprensibile (o anche troppo comprensibile...) su cui sta indagando la Guardia di Finanza, che ha già visitato Palazzo Marino. Se poi al caso Zincar aggiungiamo il caso dei bond del Comune e il pessimo affare dell'Ecopass ne viene fuori un quadro davvero rivoltante, almeno per noi cittadini bischeri che paghiamo le tasse. Così impariamo.

La classe non è texana

Obama è in Italia per il G8. Ha stile. Tutta un'altra cosa rispetto Bush. La classe non è acqua, ma nemmeno è texana. Speriamo che abbia anche classe politica, mr. Obama. Perché deve tirare Stati Uniti fuori dal pantano in cui li ha cacciati il cowboy, ne va anche del nostro futuro.

mercoledì 8 luglio 2009

Non ci sono più i nemici esterni

Guido Podestà ha conquistato alla Pdl la Provincia di Milano, battendo senza stravincere Filippo Penati. Adesso tutto è di centrodestra. Milano, la Provincia di Milano, la Regione e il governo. Come ha detto Paolo Del Debbio, filosofo, fondatore di Forza Italia e pure lucchese, adesso non ci sono più scuse. Non c'è più il cattivo comunista a cui addossare tutte le colpe, dai mancati finanziamenti ai nubifragi. Adesso tutto si gioca in casa del centrodestra. Vedremo se sapranno restare amici o gli amici si trasformeranno nei peggiori nemici. I primi segnali vanno nella seconda direzione. La prima giunta nella storia delle neonata Provinca di Monza è stata stoppata dalla Pdl regionale. Podestà, coordinatore regionala ha commissariato Ponzoni, assessore regionale e coordinatore provinciale di Monza e Brianza. La giunta congelata e reimpastata. I leghisti brianzoli si sono innervositi non poco. "Basta con le solite manfrine in stile romano e centralistico", hanno detto. "Occorre più rispetto per le autonomie locali", hanno ribadito. Ma il Pdl è andato avanti per la sua strada. Vedremo.