sabato 1 agosto 2009

Libero affonda e il capitano scappa per primo

La barca affonda e il capitano scappa per primo. Mi sbaglierò, ma Vittorio Feltri lascia Libero seguito dal fido Alessandro Sallusti proprio mentre il quotidiano comincia a battere la fiacca. L'operazione, comunque, conviene alla famiglia Berlusconi, il cui Giornale ha perso da tempo smalto e copie. La cura Giordano non ha funzionato. Negli ultimi tempi il direttore, eterno ragazzino genio, ha tentato di emulare il Feltrone nazionale. Prime pagine d'attacco e di insulti a chi non sta con Silvio. Senza notizia, quella per alcuni giornalisti è una variabile indipendente e poco significativa. Comunque a Giordano è andata male, Feltri comunque è a un altro livello, e torna mogio mogio a casa Mediaset, che non abbandona i figli fedeli. Ma chi resta con il cerino in mano, tanto per cambiare, sono i giornalisti di Libero, quelli che hanno lavorato con fatica e stipendi non proprio regali, che ora rischiano grosso. Per anni si sono schierati con la proprietà, non hanno mai aderito agli scioperi indetti dalla categoria, hanno riposto fiducia solo in Feltri. Ora sentono che potrebbero presto essere abbandonati a se stessi. Ed ecco che scoprono dettagli inquietanti nel bilancio di Libero. E sccrivono all'amministrazione:

Milano, 31 luglio 2009. Le domande rivolte dal CdR di Libero all'amministrazione dell'azienda, a proposito del bilancio 2008:

Egregio dott. Di Giore, come da Sua richiesta, ecco i quesiti sollevati dall'assemblea dei redattori. A proposito del bilancio chiedevamo spiegazioni in merito:
- al debito di 5.643.098 euro nei confronti della Fondazione S. Raffaele (pag. 24)
- alla voce "diverse" presente tra i "costi della produzione" per un ammontare di 3.354.754 euro (pag. 53)
- all'aumento dell'affitto dell'immobile che ospita la redazione romana e all'ammontare dell'affitto della redazione milanese

A proposito degli incarichi l'assemblea chiedeva chiarimenti:
- sul ruolo del caposervizio dell'Economia che, nel tamburino del giornale compare tra i "collaboratori di direzione" mentre il ruolo risulta essere coperto da altri due colleghi (uno dei quali senza la qualifica di caposervizio);
(omissis...)
- sul ruolo del collega Sandro Sallusti che non risulta in alcun modo nella gerenza del giornale, nonostante la posizione e le responsabilità di primo piano che ricopre.
Sicuri di un Suo celere riscontro Le porgiamo cordiali saluti

(il documento è preso dalla News letter di Franco Abruzzo, ex presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia)

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