venerdì 20 agosto 2010

Iraq, la guerra (non) è finita

La guerra è finita. In Iraq restano le macerie. Un paese diviso, incapace anche di mettere insieme un governo, mesi dopo le elezioni. Gli americani se ne vanno. Sono arrivati con un falso pretesto: Saddam era un dittatore, certo (ma messo al potere dalla Cia e usato come alleato contro Iran e curdi), ma non aveva le armi di distruzione di massa e non aveva nulla a che fare con Ground Zero. Anzi aveva sempre tenuto lontano il fondamentalismo violento islamico, che invece ha tanti amici in Arabia Saudita e Pakistan, grandi alleati dell'Occidente. Ora arriveranno i contractors, una volta si chiamavano mercenari. Intanto, come spiega alla Stampa, il vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, Shlemon Warduni, la situazione per i civili è terribile. E i cristiani, quelli che non sono fuggiti, hanno paura ad uscire di casa. "Gli Usa hanno pensato solo al loro guadagno e nessuno si cura di noi", dice e aggiunge: "Aveva ragione Giovanni Paolo II a condannare la guerra in Iraq... paghiamo un prezzo altissimo di sangue e di dolore". La guerra NON è finita. Grazie Bush.

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