sabato 8 gennaio 2011

Afghanistan, ma che dice Frattini?

In nostro ministro Franco Frattini (se è vero quanto riporta l'agenzia Ansa nel lancio delle 1803 di oggi 8 gennaio 2011) brilla per ignoranza, in senso latino s'intende. Ecco cosa dice l'Ansa:

"Intervistato alla trasmissione Che tempo che fà, ha assicurato che l'Italia inizierà il ritiro dei suoi soldati dall'Afghanistan prima della pausa estiva (...) Non stiamo facendo una guerra - ha sottolineato - (...) Ci siamo trovati nella necessità assoluta di colpire il terrorismo dove è nato. Lì bisognava colpirlo. Ora colpiscono lì, poi in Yemen, in Somalia, si avvicinano al Sahara e verranno a colpire a casa nostra...".

Un errore mostruoso: il terrorismo non è nato in Afghanistan. Non offendiamo la nazione afghana. In Afghanistan aveva trovato rifugio Bin Laden, leader di Al Qaeda e mandante dell'attacco alle Torre Gemelle. Ma Al Qaeda in realtà era ed è ben radicata in Pakistan. E soprattutto ha le sue radici, ideologiche ed economiche in Arabia Saudita.

Anche i rapporti pubblicati da Wikileaks hanno mostrato che gli Stati Uniti sanno bene che l'Arabia Saudita, dove comanda la setta islamica integralista degli Wahabiti, da una parte vuole decapitare i vertici di Al Qaeda, ma di fatto continua a finanziare in mille modi la struttura islamista e terroristica. L'obiettivo: forse arrivare a controllare un braccio armato dell'integralismo, fondato proprio da un saudita: Osama Bin Laden

Ma i legami tra sauditi e terrorismo erano emersi drammaticamente subito dopo l'attacco alle Torre Gemelle. Il dipartimento Usa alle Finanze chiese di bloccare un gran numero di conti correnti attraverso cui transitavano denari per i terroristi. Molti erano riconducibili a interessi sauditi. Però il dipartimento di Stato e altri centri di potere fecero opposizione. L'Arabia Saudita infatti è alleata dell'Occidente. Insomma gli alleati sono come i parenti, talvolta serpenti.

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